Piazza Verdi è il simbolo della Bologna Universitaria che oggi rappresenta anche un luogo che non fotografa il rigore e il decoro di un posto dove educazione e civiltà dovrebbero essere un esempio tangibile di ciò che il luogo stesso incarna. Come vedete dall’immagine appena scattata, il “bivacco” , i rifiuti in strada, le pareti devastate da graffiti , per non dire del consuetudinario stallo di “punkabbestia” sotto i portici, sono oggi un quadretto che continua a raffigurare indecorosamente lo stato delle cose. Non c’è libertà dove c’è privazione dei diritti e in questo caso i diritti dei cittadini tutti a una città pulita e aperta alla gente è messo sotto i piedi da questo stato di cose. E non c’è neppure libertà dove c’è continua soppressione e burocratico divieto. La libertà e il vivere civile devono essere nel tessuto stesso della città e deve fare parte di un programma educativo, di controllo e di esempio che non può essere sotteso. Prendiamo ad esempio altri Paesi. Se vi capita di andare a Graz, non a New York, ma in Austria, troverete una Città universitaria esempio di ordine, pulizia , decoro, eppure i giovani non hanno divieti, non ci sono ordinanze contro nulla, solo buon senso, educazione e esempio che viene dalle istituzioni. Se io ti accolgo in una casa linda e pulita è difficile che l’ospite butti carte e cicche a terra e , peggio, imbratti muri e urini sulle pareti. La logica della repressione funziona solo dove c’è debolezza nella imposizione. Chi impone e non dà esempio di vita è debole e quindi a nulla varrà l’imposizione scritta perché nei fatti sarà solo “parola al vento”.



