Ci sono circa 71 mila immobili “fantasma” in tutta l’Emilia-Romagna, pari a una rendita catastale, accertata o presunta, di oltre 53 milioni. E’ il bottino al 31 dicembre 2011 dell’attività dell’Agenzia del territorio di regolarizzazione dei fabbricati mai dichiarati al Catasto o che hanno subito variazioni non dichiarate dalle parti. In tutta Italia, informa una nota dell’Agenzia, l’operazione ha consentito di individuare poco più di un milione di unità immobiliari di diverse tipologie a cui è stata attribuita una rendita (definitiva o presunta) pari a 817,39 milioni. Il che determina un maggiore gettito quantificabile, ai fini Imu, in circa 356 milioni, ai fini dell’imposta sui redditi in circa 110 milioni, e ai fini dell’imposta di registro sui canoni di locazione pari a circa 6 milioni.
In Emilia-Romagna case e fabbricati scoperti sono 70.909. Si tratta nella massima parte di abitazioni (19.984) e garage (18.392), e in misura minore di magazzini (13.438). Altre 19.095 unità immobiliari fantasma scovate non rientrano in nessuna di queste tre categorie.
Il record lo detiene Modena: 12.780, pari a una rendita catastale di 9.115.678 euro.
A Forlì-Cesena esistono 9.323 immobili fantasma (rendita catastale pari a 7,8 milioni). A Parma l’Agenzia del territorio ha scovato 8.846 immobili mai censiti, pari a 7 milioni di rendita catastale. A Reggio Emilia gli immobili fantasma sono 8.629 (rendita catastale pari a 6,2 milioni).
A Piacenza gli immobili fantasma sono 6.831 pari a 4,6 milioni di rendita catastale. A Ravenna, l’Agenzia ha censito 5.855 immobili per una rendita di 4 milioni. A Rimini gli immobili fantasma sono 5.456 (2,9 milioni la rendita catastale).
Ultima in classifica Ferrara, con 3.376 immobili fantasma per un valore di rendita catastale pari a 2,9 milioni.
“Gli straordinari risultati raggiunti nell’attività di regolarizzazione degli immobili non dichiarati al Catasto – dice il direttore dell’Agenzia del territorio, Gabriella Alemanno – sono stati resi possibili
Fisco: scoperti immobili non dicGGggggrazie all”incrocio delle mappe catastali con le immagini aeree fornite dall”Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, che ha consentito di avvistare i fabbricati presenti sul territorio ma non nelle banche dati catastali. Una volta individuato l”immobile’, il contribuente aveva due possibilita”: regolarizzare la propria posizione o vedersi attribuire d”ufficio una rendita presunta, “basata su precisi parametri- spiega l”Agenzia delle Entrate- acquisiti anche con sopralluoghi esterni agli edifici non in regola”.
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