”Sì, ho avuto una relazione con Francesco Schettino. Ma dopo il naufragio non ci siamo più visti”. Lo ha detto la moldava Domnica Cemortan rispondendo, dopo molte insistenze del presidente Giovanni Puliatti, a una domanda dell’avvocato di parte civile Michelina Suriano di Bologna, legale di alcuni naufraghi, che l’ha messa alle strette per saggiare la sua attendibilità.
Domnica Cemortan salì sulla Costa Concordia a Civitavecchia il 13 gennaio 2012 senza avere il biglietto e senza sapere se fosse stata registrata. ”Quando sei l’amante di qualcuno non ti chiedono il biglietto”, ha commentato Domnica con l’interprete durante il processo, che ha tradotto la frase per l’aula. Gli avvocati di parte civile le chiedevano perché non avesse il biglietto d’imbarco. Schettino la osservava dal banco degli imputati, si stropicciava le mani, ad un certo momento si è coperto il volto.
”Dissi a Schettino che non c’era motivo di fare il passaggio al Giglio, era inverno e sull’isola non c’era nessuno. Gli dissi ‘ti consiglio di allontanarti’, fai un giro e vai al largo”. Così, in un momento della sua testimonianza, l’ex comandante di Costa spa, ora in pensione, Mario Palombo riferisce della telefonata avuta il 13 gennaio 2012 con Schettino dal ponte di comando della Costa Concordia. ”Mi chiamò Tievoli – dice Palombo – Rimasi sorpreso, mi disse ‘sono a traverso del Giglio’, poi mi passò al telefono Schettino che mi disse: ‘Abbiamo piacere di fare un passaggio a 0,4 miglia dal Giglio”. ”Lo sentivo in soggezione nei miei confronti, in anni passati fu imbarcato con me – continua – Ma ebbi un certo fastidio, perché un comandante chiedeva a un comandante una cosa che deve sapere. I fondali sono marcati” sulle carte nautiche e poi non c’era motivo, ”sull’isola non c’era nessuno”. ”Allora gli dissi di andare via, di andare al largo, lo sconsigliai”. Ma come tutti sappiamo Schettino fece di testa sua…