La mattina di Sabato 14 Dicembre si è svolta regolarmente la consegna delle firme per l’indizione del referendum a Budrio utile a capire le intenzioni della gente verso questo tipo di raccolta differenziata in atto nel territorio. Il Sindaco ha voluto accogliere Pasquale Gianfrancesco e una ventina di sostenitori all’interno della Sala Consigliare. Lì Giulio Pierini ha spiegato che rispettava il senso di disagio dei Cittadini verso questa ” svolta radicale” nei comportamenti di vita quotidiana. Ha mostrato di capire il disagio ma al tempo stesso ha rimarcato che la raccolta differenziata va fatta e i risultati della differenziazione con obiettivo al 75% devono essere raggiunti, e solo in questo modo ci si riesce.
Il Sindaco inoltre sviluppa un discorso articolato sulla raccolta differenziata porta a porta del Comune di Budrio, dicendosi molto disponibile ad ascoltare le critiche che portino a una positiva realizzazione del percorso, ma dicendo chiaramente di non volere indietreggiare di un solo passo.
Una parte insolita della esposizione del Sindaco viene dedicata alla stampa che distorce e cita più volte la nostra testata come fautrice di interpretazioni irreali e addirittura faziose.
Quando si è passati alla questione del Referendum, il Sindaco ha fatto chiaramente intendere che non avrebbe mai e poi mai considerato le firme raccolte e depositate in data di ieri, valide per l’effettuazione appunto del referendum, in mancanza di una regolamentazione comunale sul Referendum, previsto dalla Statuto ma ancora. appunto, “non regolamentato”. Apre su questo punto una filippica sullo stato di diritto e sulla sua forte convinzione verso lo stato di diritto e si lascia andare a commenti su Silvio Berlusconi e sul suo essere condannato , quindi condizionante le parti in causa che Gianfrancesco rappresenta come Centro-Destra.
L’asserzione di difesa dello stato di Diritto scivola un po’ inopportunamente sulla questione referendaria, perché lì sembra invece prevalere in Pierini la già precedentemente annunciata volontà politica di fare il possibile perché il Referendum abbia tempi non brevi di regolamentazione, ergo di effettuazione. E cita la potestà del Parlamento comunale su questo tema, chiamandosi fuori da influenze e dicendo per l’appunto che il suo è UN VOTO, UNO DI NUMERO e che la regolamentazione , ove venisse emanata, sarebbe votata da tutti.
In questo si manifesta palesemente l’imbarazzo di chi, capo del PD vittorioso a Budrio e convinto decisore di questo tipo di raccolta differenziata, pretenderebbe di dare a intendere che il suo voto “contrario” sarebbe il voto a valore UNO. Avete mai visto che il partito di sostegno votasse in modo diverso dalla espressione del Sindaco?? Ma politicamente potrebbe anche essere una strategia votare a favore e poi vedere la bocciatura per voto difforme degli altri, ma questo è quanto la politica procura nella sua rappresentazione attuale di giovane età anagrafica ma vecchi sistemi di controllo.
Brevemente si appalesa che il Sindaco sul tema di burocrazia referendaria farà di tutto perché , salva la facciata, si ritardi il più possibile questo tipo di consultazione.
Quello che stupisce, aldilà dei cavilli di un richiamato stato di diritto che riconosce senza se e senza ma l’esercizio referendario, riducendolo a Stato della Burocrazia, è il fatto che il sindaco non consideri e non intenda considerare che oltre 1.000 persone in pochi giorni hanno espresso un parere di sollecitazione al referendum, e altre circa 3.000 hanno appoggiato la petizione di NOI PER BUDRIO per porre fine a questo sistema di imposizione bulgara. In un Paese come Budrio quello che conta è la gente e il rapporto con essa, oltreché il confronto.
Il Sindaco Giulio Pierini ritiene che quei malumori della gente debbano essere ridotti a mera burocrazia politica e, se possibile, ritardarne la manifestazione.
Altro argomento trattato nel corso dell’incontro è stato quello della diversa gestione fra Centro Storico e periferia, ove la periferia è penalizzata rispetto al Centro dotato di navicelle per raccolta umida , e il Sindaco non parla di “discriminazione” ma solo di risposte a precise esigenze del centro storico di Budrio che nella rappresentazione del Sindaco sembra essere un paeseiello di comunità montana arroccato sul pendio della padania emiliana. Nella raffigurazione di un Centro storico disagevole alla raccolta in casa dei rifiuti perché composto da abitazioni in edifici senza ascensore, di piccole dimensioni, viene indicato il motivo del “diverso servizio”. Gianfrancesco fa rilevare che ogni differenza che si pone in atto nella gestione di servizi ai cittadini crea “diversità di trattamento” e classi che non è corretto esprimere in una politica di governo per tutta la cittadinanza. Porta ad esempio, su questo tema, le tante case ed edifici a ridosso delle cerchia del Centro che hanno caratteristiche simili, se non peggiori, di quelle del Centro Storico. Per non parlare delle case appena fuori dal cento di Budrio e nelle frazioni, che sono a volte piccoli alloggi sulla strada senza cortili interni, né cantine e garage.
Pasquale Gianfrancesco, rappresentante in Consiglio del Centro Destra , e artefice e fautore di questa protesta con ferma richiesta di indizione referendaria, critica in modo deciso le parole del Sindaco e ribadisce le problematiche del modus operandi del progetto che penalizza fortemente famiglie numerose, case anguste, anziani e persone sole che vivono alla giornata la crisi di lavoro e la crisi dei valori che questo ventennio ci sta imponendo. Ribadisce che le problematiche relative all’umido saranno molto forti con l’arrivo dei caldi, tempo in cui la produzione aumenterà a causa dei tipici alimenti estivi (angurie, meloni, etc..) e le temperature favoriranno la decomposizione degli alimenti in poche ore e comunque nell’arco di una notte.
Gianfrancesco fa intendere che la richiesta di Referendum non è un atto “contro” l’amministrazione o “contro” la raccolta differenziata, ma è solo un modo di essere vicini ai Cittadini per comprendere cosa essi esprimono dopo i primi mesi di attività decisa che è entrata pesantemente nelle case e nelle abitudini e libertà del tempo e degli spazi della gente.
Fa notare Gianfrancesco che lo Statuto del Comune riconosce il Referendum come strumento idoneo di espressione popolare e quindi la richiesta di indizione del medesimo è costituzionalmente riconosciuta, pertanto non possano considerarsi prive di valore le firme presentate, solo perché il governo del Comune non ha mai provveduto ad emanare i regolamenti attuativi del Referendum medesimo. Anzi, proprio in punta di diritto, fa notare che lo strumento referendario, l’unico vero baluardo di democrazia popolare, è l’espressione migliore di partecipazione della gente alla vita del Paese e sarebbe un peccato che questa amministrazione sprecasse l’opportunità di fare svolgere a breve la consultazione solo apponendo barriere di burocrazia politica che la gente non comprenderebbe.
Comunque il confronto è stato aperto e gli intervenuti hanno apprezzato la accoglienza e disponibilità del Comune e del Sindaco alle richieste dei Cittadini e dei rappresentanti del Centro-Destra.
Una nota di colore che non è stata invece una apprezzabile manifestazione di libero confronto è rappresentata dal nervosismo del Sindaco Giulio Pierini alle domande del giornalista della nostra testata che, come noto, non ha legami di alcun tipo con partiti politici, ed è una libera manifestazione editoriale di giornalismo indipendente.