Bisogna riflettere molto sul ruolo di SPESA che i Cittadini sopportano per amministrare la cosa pubblica. Quando da più parti si pone l’accento sui tagli da fare alla spesa pubblica è chiaro che occorra fare esempi e portare importanti testimonianze che diano concretezza ad un fare positivo e per nulla incidente sulla qualità dei servizi e della vita dei Cittadini. Anzi occorre rilevare proprio quelle situazioni il perdurare delle quali incidono “pesantemente” sulla vita di tutti.
Il nostro Paese non ha saputo obiettivamente affrontare le sfide di modernizzazione e si è arroccato su situazioni di comodo, costruzione di classi asservite, e retaggi di burocrazia inefficiente che non creano alcuna crescita.
Ma , pur non creando crescita ed essendo basate su situazioni non legate al “merito”, queste situazioni costano molto di più di ciò che accade in Paesi moderni ed efficienti, molto vicini al nostro, che è rimasto drammaticamente “al palo”.
Ritorniamo sui MEDICI DI FAMIGLIA, o Medici di Base che dir si voglia.
Un esercito di 45.000 professionisti che onerano la spesa pubblica di 15 MILIARDI di EURO o giù di lì. Un appannaggio medio PRO CAPITE di circa 12.000,00 EURO MESE per coloro che hanno la quota massima di assistiti ( e si tratta dei 2/3 dei 45.000).
Orari di lavoro? Flessibili e molto liberi. Il servizio di medicina di base oggi è sottoposto alle “paturnie” del medico, c’è chi deve telefonare per prenotare la visita, c’è chi può andare solo in determinati orari e giorni, c’è chi, pur avendo pubblicato orari e regolamenti, poi non si presenta in ambulatorio in barba ai pazienti che attendono in fila (certo per motivi che non sindachiamo, ma chi li avvisa quelli che sono in attesa?).
E poi andiamo a vedere se il medico di base è disponibile per una visita domiciliare. Una completa “debacle” , le visite domiciliari sembrano essere piombate nel nulla assoluto.
L’emolumento del Medico di base è sottoposto a una serie di variabili che sono in ragione dell’età degli assistiti ( la quota per ogni assistito oltre 75 anni di età è aumentata di un quorum variabile regione per regione).
Poi c’è l’incentivo per i Medici che si riconoscono nell “UTAP (Unità territoriali Assistenza Privata) che è di ulteriori 2.000 EURO/mese e non si capisce la ragione di questo “modico” INCENTIVO, visto che non è riconosciuto per un monte ore superiore, o una disponibilità maggiore.
Ma quanto è l’impegno orario dei Medici di Base?? Ma che diamine!!! LA BASE SOLO LA BASE cioè MASSIMO 20 ORE A SETTIMANA !!! Urca, una cosa da fare “scalare l’ernia” !!!
Ebbene questa situazione è un onere importante per le casse pubbliche , pur non essendo i Medici di Base “dipendenti pubblici” a tutti gli effetti, e quindi i loro stipendi non sono riscontrabili per le leggi sulla trasparenza.
Ma vogliamo poi pensare che i Medici, dopo le 20 ore massime spese settimanalmente, si dedichino a volontariato filantropico?? Magari qualcuno sì, ma i più arrotondano le prebende con prestazioni in centri di assistenza anziani, poliambulatori infermieristici, e magari con assistenza domiciliare a chi ne abbia necessità.
L’antitrust (http://www.fpcgil.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6843 ) ha più volte segnalato questa situazione da regolamentare in modo opportuno e adeguato, ma finora nulla di fatto.
Si penserà poi che a livello di costi tutto ricada sulle spalle del “povero” medico di base, e invece niente di più falso.. Il Medico di Base si organizza in Poliambulatori che oggi poi hanno preso la fisionomia di CASE DELLA SALUTE ( una sorta di luogo, usualmente a ridosso di Ospedali) dove i Medici di Base dovrebbero offrire, oltre prestazioni usuali (quelle delle max 20 ore /sett) ulteriori prestazioni di assistenza d’urgenza.
Comunque l’organizzazione in poliambulatori consente di avere una segreteria unica, un locale condiviso, e tutta una serie di economie corrette , ma che comunque rafforzano la posizione economica del Medico di Famiglia.
E occorrerebbe domandarsi “QUANTE VOLTE VENGA FRUITO” il servizio del medico di base da parte delle famiglie. La risposta è che tanti, tranne gli anziani e solo per le prescrizioni di routine, fruiscono del servizio forse 1 volta all’anno e probabilmente solo per ricevere prescrizioni di medicine, visite specialistiche ed esami, magari richieste da medico specializzato pagato privatamente dal paziente.
Ma la situazione della sanità oggi rappresenta la maggiore voce di spesa pubblica e anche la maggiore rappresentazione degli sprechi e delle disuguaglianze.
Comunque i medici di bea dormano sonni tranquilli perché sono in buona compagnia di Notai, Commercialisti, Commissari giudiziali, Magistrati, Avvocati, Giornalisti, Professori e Docenti, Consulenti del Lavoro e tutta una pletora infinita di caste protette più o meno, incluso i tassisti e i farmacisti, che non mancano di accampare prebende e privilegi di ogni genere e sempre a spese della comunità.
Nei 2 miliardi e 200 milioni di spesa pubblica corrente c’è tutto il risultato di quanto rappresenta gerarchia, casta e nessun merito, condito da corruzione imperante e gestione amicale della cosa pubblica.
Abbiamo provato alcuni giorni fa a inviare una PEC al MIUR (ex provveditorato agli studi) di Bologna.. pensate che abbiano risposto? N U L L A.. e qui a breve un altro fastidioso capitolo che si titolerà “LA SCUOLA STANCA”.