Venti e nubi nere sempre più cupe si addensano sul futuro di Mandarina Duck che , in mano ai Coreani di E-LAND ( gruppo che consolida un fatturato di oltre 5 miliardi di euro), sta smantellando la sua presenza su Bologna (Cadriano) e ha richiesto l’attivazione dello stato di mobilità per 20 persone, con trasferimento a Milano per ulteriori 15, e futuro incerto per altre 15 ancora.
Le ripercussioni non si sono fatte attendere e da qui scioperi e mobilitazioni del personale fino a GIOVEDI’ prossimo 3 Ottobre. I dipendenti dell’Azienda vanno giù duri e dichiarano che la crisi è dovuta solo ed esclusivamente a incapacità aziendale di gestione del piano industriale che aveva previsto delocalizzazione produttiva in Far-East e invece ciò non si è realizzato, accadendo solo che sono stati aperti 6 negozi a insegna Mandarina in Cina.
Si rilevi che E-LAND è attiva nel mercato fashion ed entertainment anche con la proprietà di altri marchi italiani (BELFE, COCCINELLE) e che quindi la acquisizione di Mandarina avrebbe potuto essere sinergica anche agli altri marchi posseduti, se vista in declinazione di attività retail, come evidenziato dal piano industriale.
Per Mandarina il percorso, dalla acquisizione , è stato di lento ed inesorabile declino. Dai circa 30 milioni di euro di fatturato del 2011, che già erano dichiarati “deboli” per il sostentamento del gruppo, si è passati ai circa 25 milioni del 2012.



