La minaccia di dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl, nel caso in cui la Giunta di Palazzo Madama voti il 4 ottobre la decadenza di Silvio Berlusconi, preoccupa il Capo dello Stato, il Quirinale interviene nuovamente sul caso con una nota ufficiale, in cui bacchetta con durezza il Cavaliere e i suoi fedelissimi. “L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica – si legge nel documento del Colle – Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel Pdl. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere”. Così prosegue la nota del Presidente Napolitano.
“Non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere. C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del Pdl – la loro vicinanza politica e umana al loro Presidente, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento – aggiunge -. Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una ‘operazione eversiva in atto contro il leader del Pdl”.
“L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria”, conclude Napolitano.
La risposta dei fedelissimi del Cavaliere non si fa attendere. Pochi minuti dopo la diffusione della nota del Quirinale, i parlamentari del Pdl avviano una raccolta di firme per rassegnare le dimissioni. Deputati e senatori hanno consegnato le firme rispettivamente ai capigruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta e al Senato Renato Schifani, che verranno consegnate nelle mani dei presidenti delle Camere Laura Boldrini e Piero Grasso il 4 ottobre, subito dopo il voto della Giunta.
Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, si dichiara pronto a sostenere le dimissioni dei parlamentari Pdl: “Anche noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta. Se la posizione annunciata ieri sera dal Pdl sarà seguita dai fatti, sosterremo questa azione”.
Mentre Enrico Letta, da New York, fa sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l’esecutivo che al suo rientro a Roma è intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo, entro il 4 ottobre. Prima di quel giorno, il presidente del Consiglio vorrebbe un voto del Parlamento- è questo il ragionamento che si sta facendo in queste ore- su una risoluzione, un testo che contenga una sorta di programma di rilancio dell’esecutivo, allo scopo di “parlamentizzare” la crisi.